MAIN apre una sede a Milano e Angelo Aliquò ne diventa Senior Partner

 

L’importanza di poter sbagliare (con metodo)

 

Pubblicato sul n. 15 di MAIN News.

Appena laureato in ingegneria ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare per una piccola società nel settore dell’elettronica industriale. Erano i tempi in cui i primi microprocessori (il mitico Z80) facevano capolino nelle schede di apparati di elettronica professionale e la società con cui entrai in contatto voleva muoversi in quella direzione (con il mio modesto contributo e tanto entusiasmo) e fare i primi passi verso il mondo dei sistemi a microprocessori e della programmazione firmware.

è stato il mio primo assaggio di cosa vuol dire “fare innovazione”, ripensare approcci tradizionali tentando di utilizzare le tecnologie del futuro per rimanere competitivi sul mercato.  Sì, tentando perché percorrendo territori sconosciuti è inevitabile sbagliare percorso, tornare indietro e riprovare fino a trovare la strada giusta.

L’ingegnere con cui ho lavorato per circa un anno all’inizio della mia attività professionale, ormai più di venticinque anni fa, mi ha inse-gnato a percorrere questi territori, ad analizzare le disfatte, a ripensare ai problemi in modo diverso ed originale per trovare nuove soluzioni.  Mi ha insegnato a trovare le strade giuste e tante altre cose che poi mi sono servite anche in altri settori e in altri momenti.  E ho molto apprezzato il suo consiglio, forse il più importante, quando mi ha detto: “è arrivato il momento che tu veda il mondo, quello delle grandi aziende, dei grandi progetti”.

Perché, per innovare, bisogna conoscere il mondo, sapere cosa fanno gli altri e trarne spunto per continuamente migliorarsi e innovare!

è allora che ho iniziato la mia attività di consulente, ed ho girato il mondo come mi era stato consigliato, ho imparato tanto, ho conosciuto persone provenienti da culture molto diverse e variegate in ambienti internazionali di tutti i tipi.

Certo che parlare di innovazione in una grande azienda è diverso.

La prima cosa che credo di aver imparato in una grande azienda internazionale come Accenture è la “metodologia progettuale”, unica e piuttosto rigida, precisa fin nei dettagli ma che ti aiuta a trovare la strada per essere produttivo con elevati standard di qualità in tempi rapidi.

Una metodologia che si basa su due assiomi: “Do It Right” e “Do It Right the First Time”, ovvero ti insegno a fare le cose, a farle bene ma non è consentito sbagliare e, se accade, è un problema serio. Ho apprezzato molto la metodologia e la trovo indispensabile in contesti di grandi aziende, soprattutto se queste devono far lavorare insieme persone con culture e formazione le più disparate, ma credo anche che fare innovazione sia proprio il contrario di questo, vuol dire avere la possibilità di sbagliare, di riprovare, di cercare e trovare nuove strade e, purtroppo, di non essere poi così produttivi ed efficienti almeno nell’immediato.

è per questo, forse, che ho deciso di fare innovazione con Emilio e la sua Management Innovation, dove esplorare nuove strade è consentito ed apprezzato, a volte si sbaglia e si riprova ma sempre con le idee ben chiare su quale sia l’obiettivo finale e la meta da raggiungere.

Ovviamente “fare innovazione” non è semplice né banale, si rischia di perdersi nei mille rivoli delle idee innovative che falli-scono perché non raggiungono l’obiet-tivo più importante ossia quello di miglio-rare la nostra vita di tutti i giorni. Ed ecco che ritorna utile la possibilità di poter usare una “metodologia” per innovare, non così rigida e restrittiva come quella necessaria per condurre un progetto tradizionale (penso ai grandi progetti di sistemi informatici ad esempio) ma comunque che indirizzi gli sforzi e gli errori per arrivare ad un prodotto o servizio innovativo accettato dal mercato.

Guardando i numerosi progetti completati da MAIN negli ultimi anni e parlando con Emilio mi  sono lasciato convincere dal suo entusiasmo nell’affrontare sempre nuovi problemi e trasformarli in opportunità, di fare cose nuove ed apprezzate dalla “business community”.

Credo sia questa la strada giusta per superare i tempi difficili in cui ci troviamo: l’innovazione costruita su una base di solida esperienza manageriale e di apertura al mondo della Ricerca e dell’Università.

Grazie Emilio e speriamo di poter continuare a far crescere MAIN sulle tortuose strade dell’innovazione.

Angelo Aliquò

Senior Partner
Management Innovation