OLO – la via italiana a Kickstarter

Pubblicato sul n. 21 della Management Innovation Quarterly Newsletter
 

OLO è una App per smartphone e lo trasforma in una stampante 3D. Funziona in cloud, ed è disponibile su tutte le piattaforme. La parte inferiore della stampante è trasparente. Una volta avviato il processo di stampa, si inserisce lo smartphone con il display rivolto verso l’alto. Con l’uso di resine speciali, dopo un paio d’ore l’oggetto stampato è pronto.

Come funziona? la luce dallo schermo solidifica lo strato per strato di resina.

La campagna di crowdfunding sulla piattaforma Kickstarter per pro-muovere OLO basso costo (99 dollari) è iniziata all’inizio di marzo di quest’anno con l’obiettivo di raggiungere 80.000 dollari.

Questo obiettivo è stato raggiunto in poche ore, mentre la campagna è conti-nuata fino a raccogliere 2,7 milioni di dollari (circa 16.000 sostenitori) tra stampanti e kit add-on, che la rende la campagna su Kickstarter di maggior successo al mondo per una stampante 3D.

OLO

Filippo Moroni e Pietro Gabriele, due giovani imprenditori romani, fondatori dell’ecosistema creativo “Fonderie Digitali“, hanno inventato e costruito il prototipo OLO nel 2015: “The First Ever Smartphone 3D Printer“, e una volta realizzato non si sono più fermati. La loro campagna di marketing su Kickstarter è pura eccellenza, dimostrando che la creatività e la determinazione sono fondamentali.

Il finanziamento su Kickstarter opera attraverso pre-ordini. Prima arrivi, meno paghi, e si paga a stampante ottenuta. Quindi la prima grande sfida di OLO è la produzione delle prime 16.000 stampanti che inizierà a settembre di quest’anno.

Ma, naturalmente, il successo non si ferma qui. I distributori stanno sgomitando per diventare fornitori della stampante OLO e il business plan di OLO è costantemente in revisione per migliorare le previsioni.

OLO è una storia di successo internazionale con un inizio locale. Per raggiungere il successo sono dovuti andare negli Stati Uniti, come tanti giovani creativi italiani. Ma oggi lavorano anche a Roma. Con il loro aiuto forse un giorno l’ecosistema dell’innovazione a Roma cambierà.