Una storia di un successo italiano nella meteorologia

Pubblicato su Management Innovation Newsletter n. 23

Quando nel 1995 due persone, un esperto meteorologo e un esperto di modelli matematici si presentarono presso Epson Italia per proporre di creare un gruppo di lavoro che fosse capace di unire la ricerca e lo sviluppo dei modelli con l’attività operativa, quel giorno, 8 marzo di quell’anno nacque il Centro Epson Meteo.

In questi 21 anni, pur con tutte le evoluzioni occorse in tutto questo tempo, l’idea fondamentale di coniugare la ricerca e l’innovazione all’operatività è rimasta una linea guida fondamentale e che ci permettono di dare i migliori servizi per ogni settore, dall’energia ai trasporti, dalle assicurazioni all’agricoltura, solo per citarne alcuni.

La previsione meteorologica è una catena molto complessa che parte dai dati di osservazione per determinare lo stato di partenza necessario ai modelli matematici per elaborare l’evoluzione futura delle variabili atmosferiche.

Alla fine di questo processo è fondamentale l’intervento del meteorologo che, utilizzando le rappresentazioni del modello sotto forma di mappe, sintetizza e aggiunge valore a quei dati effettuando una previsione meteorologica che risulta più accurata di quella riscontrabile con il solo modello matematico.

Infatti la previsione fatta esclusivamente con automatismi basati sulle uscite del modello hanno una serie di errori sul quale il meteorologo può intervenire, mentre nella numerosa platea di siti meteo e di “app” questo valore aggiunto manca e, spesso, queste “app” finiscono con il fornire un cattivo servizio all’utente.

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Inoltre molti siti che propongono previsioni non hanno alle spalle il personale altamente specializzato necessario e finiscono con il fare una mera opera di confezionamento di dati disponibili in maniera approssimata e non rappresentativa del valore dei dati stessi.

Alcuni utilizzano anche dei modelli, i cui codici sono pubblicamente disponibili, ma lo fanno senza la preparazione scientifica necessaria per utilizzare in modo proprio le numerose opzioni legate alla fisica e alla dinamica del modello, producendo delle previsioni il cui valore è modesto.

Infine vi è il problema dell’assenza di veri e propri corsi di laurea in meteorologia e del riconoscimento della professione del meteorologo. Tuttavia, dal marzo di quest’anno, esiste uno schema per la certificazione del Meteorologo e del Tecnico Meteorologo.

Inoltre, la Commissione UNI per le “Attività professionali non regolamentate” ha approvato, nella seduta del 23 novembre 2016, il Progetto di Norma per il “Fisico professionista” e ha disposto la sua pubblicazione sul sito UNI dove resterà per due mesi in Inchiesta Pubblica Finale, ultima fase della procedura prima dell’emanazione della Norma.

Raffaele Salerno